Museo Civico "Carlo Verri" Biassono Memorie del Parco nel bicentenario della nascita 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 |
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![]() La Villa Reale e il Parco passarono al figlio Vittorio Emanuele III che, a differenza del padre, non amava questa località. Anche il ricordo del regicidio allontanò i Savoia da Monza. Con Regio Decreto del 3 ottobre 1919 si stabilì che "il Parco di Monza e le sue dipendenze ad eccezione della parte annessa al Palazzo Reale e la Villa Mirabellino vengono ceduti all'O.N.C.". L'Opera Nazionale Combattenti era un ente di carità per i reduci della prima guerra mondiale. Con questo atto si otteneva un duplice risultato: si eliminava il problema finanziario del Parco e si faceva una donazione a un'opera benefica. L'associazione degli ex combattenti purtroppo non vide in questa elargizione un servizio ma soltanto un dono oneroso e passivo. Si cercarono quindi soluzioni per fare cassa e in quegli anni vennero redatti molti progetti per lo sfruttamento dell'area. Uno di questi prevedeva la nascita nell'area di Biassono di una città giardino con una superficie di 55 ettari. La vicenda si concluse con lo smembramento del Parco che venne affittato a varie società che costruirono i loro esclusivi impianti. La SIAS (Società Incremento Automobilismo) costruì l'autodromo nei territori di Biassono e Vedano. La SIRE (Società Incremento Razze Equine) costruì l'ippodromo. La Società per il Golf costruì il suo grande impianto. Di seguito: nota di trascrizione immobiliare per il passaggio di proprietà del "fondo già facente parte della dotazione della Corona: Porzione del Parco Reale di Monza". all'Opera Nazionale per i Combattenti
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