Museo Civico "Carlo Verri" Biassono
Memorie del Parco nel bicentenario della nascita

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PRIMA DEL PARCO
La centuriazione a nord di Monza

La carta topografica con scala 1:25.000 dell'Istituto Geografico Militare (I.G.M.) dell'area a nord di Monza, aggiornata nel 1937, consente una lettura chiara delle evidentissime tracce della centuriazione romana.
Con segno rosso abbiamo tracciato un reticolo con maglie a 28,4 mm che nel rapporto di scala sono pari alle misure delle centurie (710,4 x 710,4 metri).
La misura è corrispondente a 20 actus e l'area risultante è di 400 actus quadrati. Due actus quadrati costituivano uno iugerum (mq. 2.523,34 c.), che corrispondeva convenzionalmente all'estensione di terreno che un giogo di buoi (iugum) poteva lavorare in una intera giornata. Due iugeri (bina iugera) costituivano l'heredium (mq. 5.046,68 pari oggi a poco più di mezzo ettaro o a 7,7 pertiche milanesi) che era un lotto coltivabile dato, secondo la tradizione, a ciascuna famiglia in proprietà ereditaria.
Con segno verde abbiamo evidenziato alcune linee corrispondenti a strade e sentieri perpendicolari o parallele ai cardini (nord-sud) e ai decumani (est-ovest). Esse rappresentano le tracce residue delle suddivisioni tracciate all'interno delle centurie per ricavarne le singole quote di assegnazione.


All'angolo di ogni centuria veniva posto un "termine", che doveva garantire l'esattezza dei confini (limites). I confini erano considerati sacri e le pietre di confine erano onorate come divinità. A loro era preposto il dio Terminus, a cui le popolazioni celebravano ogni anno, il 23 febbraio, la festa detta Terminalia. La sacralità dei confini era sancita da tempietti che sorgevano agli incroci dei limites, detti Compita. Presso queste edicole si celebravano annualmente feste dette Compitalia.
Il Cristianesimo non abolì, o meglio non riuscì ad abolire, questi culti pagani legati strettamente alla terra e vi sostituì principalmente il culto mariano. Le feste che si svolgevano annualmente, verso la fine dell'inverno, furono sostituite con le Rogazioni (processioni che partendo dalla chiesa raggiungevano i confini del territorio). Ancora oggi gli anziani ricordano che a Biassono le processioni delle Rogazioni, o meglio i Litanèi, toccavano Santa Maria delle Selve, Santa Maria della Misericordia, Cascina Canova (Madonna della Neve).
La pianura ad ovest della strada Monza-Vedano-Biassono-Sovico è ancora oggi intensamente attraversata da strade che ricalcano i confini antichi. Lungo i cardini e i decumani sono distribuite strade, paesi, frazioni e cascine, come ad esempio Desio, Lissone (che ha un tracciato viario perfettamente allineato con loro), Bareggia, Santa Margherita, sino a Cascina Dosso di Albiate.
Importante per la sua sacralità e per i culti che vi si svolgevano era certo l'incrocio tra le centurie poste tra Vedano, Lissone e Biassono. La chiesa della Misericordia (Mater Misericordiae), che lì sorge, è ancora oggi posta a confine tra i tre comuni.


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