Museo Civico "Carlo Verri" Biassono Pizzi, trine e lini. La dote della nonna 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 |
La tecnica del pizzo o merletto è molto antica e fu legata sempre alla
moda. Ebbe quindi grande fortuna in epoche, come quella rinascimentale
e barocca (XVI-XVIII secolo), e in particolare in Francia, nelle quali
i vestiti femminili e maschili erano particolarmente sontuosi e decorati. Comune fu sempre l'uso di pizzi e merletti in ambito ecclesiastico, sia per le vesti liturgiche, che per quelle cerimoniali dei fedeli (corredi per neonati o vesti da sposa), che per gli addobbi di altare (tovaglie, copri-calici, tovaglioli ecc.). Con queste funzioni hanno ancora oggi un uso corrente. Nell'Ottocento la lavorazione del pizzo rimase un'attività economica molto importante. Essa veniva eseguita a "cottimo" in casa (presso le "merlettaie"), per la vendita o per la dote delle fanciulle (ma ciascuna solitamente produceva il proprio "corredo"). Essa rappresentava un'attività "virtuosa", adatta alle fanciulle timorate e alle madri di famiglia, anche nei ceti sociali elevati. Subì, in seguito ai cambiamenti della moda, una crisi nel Novecento, resistendo solo in ambienti rurali appartati. In Brianza la tradizione del ricamo prima e del tombolo poi venne salvata in molti centri, ma soprattutto a Cantù. A Biassono, dopo la seconda guerra mondiale, venne aperta una vera e propria scuola (per volere di Suor Alceste) per le fanciulle, presso l'oratorio. Si formarono così abilissime "merlettaie" o "ricamatrici" al tombolo, alcune ancora oggi in attività, con molte altre scuole aperte in vari paesi. I corredi presentati risalgono alla fine del 1800, giunti al Museo come doni di cittadini della Brianza, altri sono più recenti e appartengono agli anni '30 circa. |
Museo
Civico "Carlo Verri" via san Martino, 1 20046 - Biassono (MI) tel./FAX 0392201077 cel. 3343422482 e-mail info@museobiassono.it |