Museo Civico "Carlo Verri" Biassono Le arti del fuoco II° Le Lucerne Antiche 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 |
Nella lucerna si individuano diversi elementi: la parte fondamentale è
costituita dal serbatoio, contenitore del combustibile (olio, sego,
o altro), di forma cilindrica o emisferica (infundibulum); la zona
superiore del serbatoio è caratterizzata da un'area centrale di
solito rotonda, concava o piana, denominata disco, in cui si apre
il foro di alimentazione. Attorno al disco si svolge la spalla, non sempre
presente, caratterizzata da scanalature, borchiette o decorazioni plastiche.
Per maneggiare più facilmente l'oggetto, nella maggior parte degli esemplari è presente un'ansa verticale o una presa. Parte basilare è infine il becco (rostrum), nel quale si apre il foro di bruciatura, ove è collocato lo stoppino o lucignolo (in qualche modo bloccato o galleggiante), che assorbe il combustibile e lo fa bruciare, producendo la fiamma illuminante. Un ulteriore forellino, di diametro 1-2 mm, si apre, in numerosi esemplari, all'attacco del becco ed è definito foro di aerazione, in quanto contribuisce a creare una lieve corrente d'aria all'interno favorendo il processo di combustione.
In base alla forma questi prodotti industriali, sui quali esiste una imponente bibliografia, vengono definiti "a volute", "a volute doppie", o in altri modi. Si ebbe nel tempo una evoluzione che seguiva le mode e le scelte dei fabbricanti, non escludendo l'elaborazione di forme adatte al trasporto (lucerne da spedizione). La produzione era concentrata in grandi aziende, che proponevano il loro marchio (il nome del proprietario o un simbolo) sul piede della lucerna, sia in rilievo, che impresso, che graffito (Firmalampen). Le varie fabbriche si contendevano il mercato, attivando una vivace esportazione dalle aree di produzione a quelle di consumo, ma erano vittime anche di una sistematica falsificazione, con la distribuzione di esemplari imitati, prodotti localmente ricavando le matrici dalle lucerne originali, spesso di qualità molto scadente, ma evidentemente di basso costo ed ugualmente funzionali. Indipendentemente dalla forma, le lucerne romane-imperiali, per le quali si ha a Biassono una ricca esemplificazione, si proponevano sia come strumento funzionale per l'illuminazione, senza altri significati, sia come portatrici di un qualche messaggio, politico, ideologico, religioso, ludico. Le lucerne più antiche, poi quelle greche e romano-repubblicane erano solo funzionali, prive di decorazione figurata, o con decorazioni molto semplici. Anche in età imperiale si ebbero prodotti solo funzionali, lucerne a disco liscio o di forme particolari. Tali erano, con frequenti eccezioni arricchite da una decorazione, le "lucerne a canale chiuso" o "aperto", quelle "da spedizione" ed altre forme meno diffuse. Molto per tempo, in età imperiale romana, venne compresa l'importanza della lucerna, multiplo a diffusione universale, in tutti gli strati della popolazione, che raggiungeva sia quanti erano alfabetizzati che gli analfabeti, come mezzo per la distribuzione di messaggi. Tali messaggi erano solitamente figurativi ed appaiono fortemente standardizzati: non se ne esclude una programmazione, i messaggi infatti, spesso erano organizzati in sequenze coordinate, con scene su diverse lucerne che si organizzavano in sequenze logiche: le principali divinità del Pantheon ufficiale, le diverse attività gladiatorie, le diverse possibilità offerte ai frequentatori di un lupanare ecc. |
Museo
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