Dopo la pericolosa disavventura occorsagli, riorganizzata la spedizione,
finalmente il 20 ottobre 1847 riprese l'esplorazione lungo il Rio Napo
e il Rio delle Amazzoni, sino alla foce nell'Atlantico, raggiungendo Gran
Parà il 30 marzo 1848. Qui trovò un imbarco per il ritorno
in patria dove riportò una gran quantità di oggetti, di
esemplari di animali e insetti rari e sconosciuti.
"Dopo tanti sagrifizi, sopportati con animo sempre eguale, l'unico
pensiero che allora mi confortasse si era quello di poter riportare tale
congerie di oggetti, i quali nel mentre sarebbero serviti di perenne memoria
delle mie peregrinazioni, avrebbero aumentato il patrimonio delle scienze,
e dato qualche lustro alla mia patria. Infatti, oltre ad una infinità
di schizzi dei luoghi da me percorsi, e di disegni degli svariati costumi
dei selvaggi, io mi era procurata una collezione quasi completa d'armi,
ornamenti di penne, utensili, veleni delle singole tribù selvagge,
e aveva raccolto, in sei grosse casse, il frutto delle mie escursioni
scientifiche, non comprendendo quelle che già aveva spedito dagli
Stati-Uniti, dal Canadà e dalle Antille al
civico Museo di Milano"
Parte alta e bassa di Santa Rosa d'Oas, e navigazione sul napo |
Forte di Gurupà sul fiume delle amazzoni vicino alla foce del rio Xingu |
Indiani Ticunas nell'Alto Amazzone e Selvaggia Mundrucus. |
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