Museo Civico "Carlo Verri" Biassono
Il ripostiglio di Biassono 1975
Tre secoli di imperatori romani a Biassono
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CRONACA DI UN RITROVAMENTO

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Il prof.Alberico Lo Piccoli, in tenuta da speleologo, durante l'esplorazione del profondo pozzo, di probabile origine romana, in Cascina Sant'Andrea.
L'8 giugno del 1975 un gruppo di ragazzi lavorava sotto il sole alla periferia di un paese della Brianza, Biassono. Stavano facendo uno scavo archeologico, voluto da un saggio funzionario della Soprintendenza Archeologica (oggi diremmo "ai beni archeologici") della Lombardia, il Prof. Mario Mirabella Roberti. Li guidava una singolare figura di educatore, il Prof. Alberico Lo Piccoli, uomo di profonda cultura classica, aperto alle filosofie orientali, erede delle nobili tradizioni della sua terra, la Campania, con un interesse coinvolgente per tutte le tracce del passato. Nella sua Magna Graecia come nella nebbiosa transpadana, dove era giunto ad insegnare educazione fisica nelle scuole medie.
Alberico Lo Piccoli non aveva impiegato molto tempo per diventare il referente di fiducia, e l'amico di mille discussioni e approfondimenti, del Soprintendente. Iniziò a percorrere il territorio, per tutelare e conoscere ogni anche piccola testimonianza del passato, organizzando una squadra di suoi ragazzi, come lui motivati ed entusiasti, che volle fosse chiamata "Gruppo di Ricerche Archeostoriche della Valle del Lambro", il G.R.A.L. Il Gruppo nacque nel 1972 presso la Scuola Media sperimentale G. Parini di Sovico.
Alcuni dei ragazzi di allora ancora oggi lavorano, uomini e donne maturi, come volontari, sempre mossi dalle medesime motivazioni, nella quarantennale associazione, che promosse nel 1975 un Museo del Territorio, prima a Sovico, poi a Biassono, intitolato a Carlo Verri, presso la scuola elementare e infine nella cascina Cossa, nel 1977, nelle pertinenze della Villa Verri, sede del Comune.
Alberico Lo Piccoli lasciò il Gruppo nel 1980, passando il testimone a Prof. Ermanno A. Arslan. Scomparve molto anziano nel 2004. Non ebbe quindi la possibilità di seguire l'evoluzione della sua creatura e dei suoi ragazzi negli ultimi anni.

Nel 1975 i volontari del GRAL erano impegnati in una nuova iniziativa. Si trattava di una monumentale Villa rustico-residenziale romana, che visse dal I sec.d.C. all'inizio del VI secolo, che le ruspe stavano cancellando e che era stata salvata, per il poco che ne rimaneva (una grande cisterna sotterranea), da Lo Piccoli e dai suoi ragazzi.
Già era stato messo in sicurezza il complesso sotterraneo (che si scavava dall'anno precedente, il 1974) e le ricerche si sviluppavano anche all'esterno. L'8 giugno si ebbe la sorpresa: comparvero nel terreno le prime monete, chiuse originariamente in un sacco, naturalmente andato perduto. Lasciamo la parola al "Giornale di Scavo" redatto dal prof. Lo Piccoli per la Soprintendenza Archeologica di Milano.

"Data 8/6/1975"
...Durante questo procedere dello scavatore, nel settore D'/29, alla profondità di cm. 35, fanno la loro comparsa alcune monete. A un primo sommario esame esse si riconoscono per grandi bronzi di epoca romana; questa epoca viene facilmente individuata poiché alcune di esse riescono a mostrare abbastanza chiaramente l'immagine e la relativa indicazione dell'imperatore Antonino Pio e di Gordiano III. Bloccato immediatamente lo scavatore, inizia un delicato e minuzioso lavoro di ricerca a mano e di relativo setacciamento del terreno circostante per un raggio di m.2. Il lavoro dà l'inaspettato recupero di un numero eccezionale di monete il cui peso verrà poi accertato in Kg. 52,800 per un numero calcolabile attorno ai 2.500 pezzi. Le monete si sono presentate unite strettamente assieme e senza traccia di contenitore, come se fossero state contenute in un sacco, di cui mantenevano ancora la forma..."

(da Nota Informativa - stesso anno)
"...Ciòche colpì, nel ritrovamento, fu il fatto che l'intero quantitativo delle monete, rinvenuto a soli cm.35 dal manto erboso, formava un unico blocco, dando la precisa idea che le monete stesse fossero state a suo tempo chiuse in un sacco, in seguito decomposto e sparito. Ricostruendo poi gli avvenimenti storici dell'epoca, ci è parsa spiegazione esauriente ricordare che le popolazioni della zona fossero state sottoposte, allora, a frequenti incursioni di popoli barbari - soprattutto gli Alamanni - e che il tesoro potesse essere stato sotterrato in fretta e furia in una di queste occasioni, nel giardino della villa, accanto ad un determinato punto di riferimento..."


Erano 2239, tra Sesterzi e Dupondi, con anche cinque Antoniniani. Vennero tutte depositate al Castello Sforzesco di Milano, dove il Prof. Ermanno A.Arslan le vide per la prima volta, dove vennero restaurate e pubblicate, in un Catalogo di tre volumi.

Dell'importantissimo ritrovamento venne data ampia notizia sui quotidiani.
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"Il Giorno" 14 giugno 1975


ScriveteciMuseo Civico "Carlo Verri"
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20046 - Biassono (MB)
tel./FAX 0392201077 cel. 3343422482
e-mail info@museobiassono.it.
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