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Museo Civico "Carlo Verri" Biassono 1924 Invito al charleston "Vestirsi di vetro" 1 2 3 4 5 6 7 8 |
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Testimone degli avvenimenti culturali più rappresentativi del suo tempo egli assecondò, pur con note di originalità, più stili e tendenze. Spaziò dall’apprendistato della pittura macchiaiola, ormai al tramonto, che lo affascinò per il naturalismo vibrante di colori accesi, ai nuovi stili ed alle nuove espressioni artistiche dell’Art Nouveau, sino a quella sorta di "personale divisionismo" che sperimentò cercando di riprodurre i colori, lo splendore e le luci dei tramonti e delle acque dei dipinti di Bankook. Aveva appena otto anni, orfano, quando fu messo a lavorare nella bottega di un suo zio, decoratore e restauratore. Poco più che ventenne gli fu affidata la direzione della fabbrica "Arte della ceramica": vi acquisì un’esperienza che gli consentì – nell’arte della ceramica – di inventare forme e combinazioni di inimmaginabile fantasia. Le sue ceramiche, legate allo stile liberty, gli valsero ambiti premi e riconoscimenti nelle esposizioni internazionali di Londra, Parigi e Pietroburgo. Memorabile fu la sua partecipazione – definita "strepitosa" da Italo Cremona – alla Rassegna Internazionale delle Arti Decorative del 1902 a Torino. Partecipò, invitato quale pittore, alla Biennale di Venezia per circa trent’anni, salvo qualche "diserzione". Negli anni 1909 e 1914 fu chiamato a decorare vari ambienti della stessa Biennale. La decorazione del salone centrale della XI Biennale fu l’espressione di un autentico trionfo di gemme, fiori, foglie dalla foggia antropomorfica, frutta, tondi, stelle, rombi, triangoli e quadrati dai colori argentei ed aurei, con ricami a motivi Klimtiani. Dal lungo soggiorno nel SIAM, in cui – tra gli altri lavori – affrescò parte della Sala del Trono del re, a Bankok, Chini riportò - al suo rientro in Italia, nel 1914 – il ricordo di quelle esperienze decorative che si rinvengono in certi dipinti del soggiorno a Bankok: "L’ora nostalgica sul ME-NAM"; "Notte di fine anno a Bankok". Orbene, un segno di quel decorativismo, trasfuso in uno stile tipico dell’arabesco orientale, lo si trova in alcune sue opere a suo tempo esposte alla Biennale di Venezia. |
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Ultima modifica: giovedì 12 settembre 2019 | ![]() ![]() ![]() |