Museo Civico "Carlo Verri" Biassono La vita quotidiana in Palestina all'epoca di Erode il grande 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 |
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La descrizione evangelica della sepoltura e del sepolcro di Cristo (che era ebreo) ci illumina sui riti funerari in Palestina. I morti venivano inumati, ricoperti di unguenti e avvolti in bianchi sudari (la Sindone), mentre in tutto il resto dell’Impero Romani venivano inceneriti sul rogo. Le tombe erano in cavità scavate, grotte o grotticelle, chiuse da pietre o pietroni circolari. All’interno venivano raccolti corredi di oggetti e di cibi, che dovevano simbolicamente servire alla vita d’oltretomba del morto. Sugli occhi del defunto erano talvolta collocati sassolini o monete. Sassolini venivano deposti - e ciò avviene ancora - sulle tombe. Le tombe ebraiche ci hanno quindi conservato - meglio dei sepolcri romani, che restituiscono materiali deformati dal fuoco o schiacciati dal terreno - in grande abbondanza gli oggetti della vita quotidiana, quasi la tomba fosse la casa del morto. Comuni erano le lucerne, che oltre alla funzione illuminante (erano l’unico strumento disponibile per produrre la luce) avevano un ovvio significato simbolico: guidare il morto nel difficile cammino d’oltre tomba. Vi erano poi vetri (anche le ampolle degli unguenti che erano serviti ad ungere e profumare il morto), piatti in ceramica, brocche, pentole, i gioielli e gli ornamenti della donna, gli strumenti per il trucco, anelli, monete (talvolta dentro una lucerna). La vetrina propone - volutamente senza ordine - tutti gli oggetti che potevano essere presenti in una tomba ebraica e che ritroveremo nelle successive vetrine, dedicate ai vari momenti della vita quotidiana. |
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Prima edizione: 21 dicembre 1996 |
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