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Monza verso la fine dell'Ottocento si trasforma in centro industriale. Dalle
vecchie botteghe sorsero così cinque o sei imprese importanti, che
lavoravano con la lana, e decine di cappellifici medio-piccoli, che facevano
prodotti particolari.
Nel 1893 le fabbriche erano 21 con 3.315 lavoratori; nel 1911 erano 50 con
4.412 operai. Giungevano a produrre venti milioni di cappelli l'anno. Monza
era diventata il centro più importante del mondo nella fattura dei
cappelli di lana.
La seconda metà degli anni venti fu l'ultimo grande momento di ascesa
del cappellificio italiano, grazie ai feltri da donna.
L'industria del cappello fu vitale ancora per anni, nel dopoguerra, pur
con un trend decisamente negativo, come del resto in tutto il mondo, per
le scelte della moda soprattutto maschile: alcune delle maggiori imprese
monzesi seguitarono ad operare con alterne fortune, facendo leva sull'esportazione.
Malgrado una piccola ripresa nel 1950, gli anni successivi segnarono un
lento ma triste declino. Nel 1991 l'ultimo grande feltrificio storico di
Monza, Paleari & Ferrario, chiuse l'attività.
Oggi soltanto una piccola azienda, la F.lli Vimercati, è rimasta
ancora in attività, mantenendo viva la tradizione del cappello di
feltro di alta qualità.
La mostra presenta un’accurata selezione di cappelli, corredata da documenti fotografici che ricostruiscono l’attività dell’ultimo cappellaio monzese.
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