Museo Civico "Carlo Verri" Biassono Dall'ago crinale alla sperada Una corona d'argento per la donna di Lombardia 1 2 3 |
Le
donne si sono sempre curate del loro aspetto, ponendo particolare attenzione
all'acconciatura. Lo spillone è lo strumento più immediato e diffuso
per raccogliere i capelli sopra la nuca. In Lombardia, e in particolar modo in Brianza, questa abitudine ha radici molto antiche: si parte dagli antichi "spilloni" dell'Età del Bronzo ritrovati nelle torbiere brianzole, si passa ai numerosissimi "aghi crinali" di epoca romana, per giungere alla sperada che ornava i capelli di Lucia Mondella il giorno del matrimonio e che, ancora diffusa fino alla seconda guerra mondiale, è sopravvissuta grazie ad alcuni gruppi folkloristici. La mostra si propone di illustrare questo percorso, attraverso una ricca documentazione costituita da materiali archeologici ed etnografici, incisioni, fotografie, disegni. Fulcro dell'esposizione è appunto la sperada, un ornamento dei capelli costituito da un numero variabile di "spilloni" o "cucchiai" disposti a raggiera attorno ai capelli raccolti e fissati tramite uno spillone orizzontale fornito di due grosse "olive" o "sfere". Ben cinque esemplari saranno presenti in mostra, di tipologie ed epoche diverse. Molti secoli separano gli "aghi crinali" romani dalla sperada brianzola, tuttavia è forte la suggestione di vedere negli uni i progenitori dell'altra: un'ipotesi di lavoro che potrebbe rivelarsi non priva di interesse ... "Lucia usciva in quel momento tutta attillata dalle mani della madre. Le amiche si rubavano la sposa, e le facevano forza perchè si lasciasse vedere: e lei s'andava schermendo, con quella modestia un po' guerriera delle contadine, facendosi scudo alla faccia col gomito, chinandola sul busto, e aggrottando i lunghi e neri sopraccigli, mentre però la bocca s'apriva al sorriso. I neri e giovanili capelli, spartiti sopra la fronte, con una bianca e sottile drizzatura, si ravvolgevan, dietro il capo, in cerchi molteplici di trecce, trapassate da lunghi spilli d'argento, che si dividevano all'intorno, quasi a guisa de' raggi d'un'aureola, come ancora usano le contadine del Milanese. Intorno al collo aveva un vezzo di granati alternati con bottoni d'oro a filigrana."
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Museo
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